Allattare al seno. Tutti i benefici del latte materno

Allattare al seno è il gesto più sano e naturale che una mamma possa compiere per il proprio bambino. Oltre ad essere l’alimento più indicato dal punto di vista nutritivo poichè garantisce il giusto apporto di proteine, grassi, zuccheri, sali minerali e vitamine, il latte materno garantisce al bambino un’eccezionale arma contro germi e virus perchè la mamma ad ogni poppata passa al bambino i propri anticorpi e altri fattori protettivi come lattoferrina e lisozima .

Il latte materno è inoltre un alimento estremamente sicuro poichè non scatena intolleranze alimentari e, modificando la propria formula nel corso della giornata è in grado di soddisfare di volta in volta le diverse esigenze del piccolo, al mattino ad esempio, quando il bimbo ha più bisogno di energie, è più ricco di grassi e proteine. Grazie alle caseomorfine, sostanze dall’effetto sedativo e antidolorifico, i bambini allattatti al seno, hanno un sonno più regolare e tranquillo.

Prevenzione dei Tumori e abitudini alimentari. Qualche suggerimento

Numerosi studi hanno dimostrato che una buona parte dei tumori più diffusi si sviluppa a causa di abitudini alimentari errate, tre forme tumorali su dieci infatti sembrerebbero avere origine da una cattiva alimentazione. Secondo l’American Institute for Cancer Research il fenomeno è dovuto sia all’eccessivo consumo di alcuni alimenti sia alla scarsa qualità di essi. L’importanza dell’alimentazione nell’insorgenza del tumore è provata dal fatto che l’incidenza di questo tipo di patologie è in aumento nei paesi industrializzati, in cui vengono privilegiati regimi dietetici ipercalorici caratterizzati dal consumo di cibi troppo ricchi di zuccheri e grassi, mentre non si può dire lo stesso dei paesi in via di sviluppo o di quelli in cui si consumano in grande quantità i prodotti della terra.

Diversi studi epidemiologici hanno permesso di individuare l’associazione tra alcune carenze e/o squilibri alimentari e determinate forme tumorali: il cancro allo stomaco appare legato a una carenza di proteine e vitamine, mentre il cancro alla mammella e quello alla prostrata al consumo eccessivo di grassi animali e polinsaturi, l’ eccesso di alcol e lo scarso consumo di vegetali freschi sembrano favorire l’insorgenza di tumori alla bocca, all’ esofago, e alla laringe, mentre è noto da tempo come il tumore del fegato sia legato all’ eccessivo consumo di alcol. Ne consegue che la gran parte dei tumori potrebbe essere evitata se si seguisse in maniera scrupolosa una dieta equilibrata.

Il biotipo forforico: le costituzioni omeopatiche

Continuiamo il nostro viaggio attraverso le costituzioni omeopatiche. Parliamo oggi del bambino fosforico. È raro che un neonato nasca già fosforico, più spesso è un carbonico che verso i tre-quattro anni svilupperà la sua vera costituzione. Tuttavia già nel “bebè” ci sono segnali da non trascurare. La statura alla nascita è grande, superiore ai 50 cm, pur avendo un peso normale perché il bambino è magro. La carnagione è smorta, il torace è lungo e stretto, l’addome è incavato.

Dal punto di vista comportamentale il bambino non può vivere senza le tenerezze, affetto, carezze, sorrisi. È molto vispo, precoce, affettuoso ma piange facilmente e brontola. Suda poco, vuole dei “biberons” poco abbondanti ma ripetuti. Già in questa tenerissima età desidera gli alimenti salati. Cresce in fretta specie in altezza, ma anche sul piano fisico e psichico. I suoi punti deboli sono le turbe digestive (non piace il latte, presenta spesso vomito e diarrea), le eruzioni dentarie (molto dolorose), l’agitazione con insonnia. Verso i tre-quattro anni cresce ancora più in altezza, magro e smilzo, con il torace lungo e stretto, scapole alate, cresta sternale.

L’ insieme del corpo è però grazioso e armonioso. I denti sono regolari ma fragili, giallastri, facilmente cariati. L’appetito è capriccioso, il sonno variabile e leggero. Psichicamente è un bambino molto vivace, intelligente, precoce. Ama la storia, le avventure. Un fantasioso, un romantico o una piccola ballerina, un’artista. Sempre migliorato dall’aria aperta migliora molto al mare e in campagna. È molto affettuoso e legato ai familiari, cerca e dona affetto. I suoi punti deboli a quest’età sono i polmoni e le prime vie respiratorie, ma anche il sistema nervoso perché si scoraggia facilmente se non è circondato dall’affetto dei suoi cari. Si entusiasma e si deprime molto facilmente.

Diabete, un rapporto amaro.

Tra le malattie in crescita il diabete è una delle patologie croniche a più larga diffusione nel mondo: nel 2025 si prevede, nell’età compresa tra i 20 e i 79 anni, un incremento del 24% con un coinvolgimento di 333 milioni di persone. Il diabete è una patologia che si caratterizza per un’ aumentata concentrazione di glucosio nel sangue. La concentrazione di glucosio di norma viene regolata dall’insulina, un ormone prodotto dal Pancreas. Quando questo ormone manca del tutto oppure è deficitario si verificano dei problemi sui livelli di glucosio.

Tuttavia quando il Pancreas non produce affatto insulina oppure ne produce troppo poca si parla di diabete di tipo 1 detto anche diabete giovanile, mentre invece nel diabete di tipo 2 (tipico delle persone di età più matura) l’insulina è prodotta in giusta quantità ma ad un ritmo rallentato e non è attiva sulle cellule della glicemia.

Il diabete di tipo 1 è sicuramente quello che implica un maggior coinvolgimento del paziente e di tutta la sua famiglia in quanto c’è la necessità quotidiana di insulina. E’ pertanto necessaria un’attiva collaborazione tra medico di base e diabetologo, una buona informazione al paziente che deve essere istruito sul controllo dei livelli di glicemia, sullo stile di vita da tenere e sull’alimentazione. Questo almeno in teoria.

Sconfiggere la Bulimia. L’approccio multidisciplinare come trattamento elettivo

La bulimia è un disturbo dell’alimentazione che può presentare un decorso variabile: da un singolo episodio risolvibile in poco tempo allo strutturarsi di una forma cronica con un discreto rischio di morte per complicanze mediche o suicidio.

La terapia dei disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia, presenta svariate difficoltà legate all’atteggiamento dei pazienti che in genere negano la patologia e sono scarsamente collaborativi, e spesso presentano, in concomitanza, altre patologie di interesse psichiatrico oltre ad un elevato rischio di suicidio. Nella gran parte dei casi la terapia è ambulatoriale. Si rende necessario il ricovero quando la terapia ambulatoriale si rivela insufficiente, si verificano importanti squilibri elettrolitici, la paziente presenta in comorbilità gravi disturbi psichici, è a rischio di suicidio, o è necessario allontanarla da relazioni familiari patologiche.
In ogni caso è di fondamentale importanza che l’intervento sia calibrato in funzione delle specifiche esigenze della paziente.

OGM. Cosa sono e quanto sono diffusi nel nostro paese gli organismi geneticamente modificati

Gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono piante o animali il cui codice genetico è stato modificato in laboratorio per fare in modo che acquisiscano delle caratteristiche specifiche che non posseggono in natura. Le manipolazioni genetiche che danno luogo a OGM sono utilizzate in campo biomedico, agricolo, alimentare e zootecnico. Qui daremo spazio alle applicazioni in agricoltura perchè sono quelle che maggiormente incuriosiscono e in qualche modo preoccupano i consumatori da qualche anno a questa parte.

La manipolazione genetica consiste, in questo caso nell’introdurre negli organismi vegetali parti di dna provenienti da organismi del tutto differenti (anche animali) per sfruttarne le caratteristiche. Sono state modificate numerose varietà vegetali per renderle più resistenti ad avverse condizioni climatiche, a parassiti, pesticidi, ma anche migliorarne le proprietà nutrizionali o la conservazione. Ad esempio è stato iniettato materiale genetico proveniente da un pesce artico per ottenere delle fragole resistenti al freddo.

Furono Stanley Cohen della Standford University ed Herbert Boyer della University of California a dimostrare per la prima volta, nel 1973, che era possibile trasferire materiale genetico da un organismo all’altro clonando un gene di rana all’interno del batterio Escherichia coli.
Da allora le sperimentazioni nel campo della manipolazione genetica, grazie anche ai progressi della biologia molecolare, sono cresciute vertiginosamente.

Bulimia e Anoressia. Quando le vittime sono gli uomini.

Al contrario di quanto si crede comunemente i disturbi del comportamento alimentare non affliggono soltanto le donne. Infatti sebbene la stragrande maggioranza delle persone colpite da disturbi del comportamento alimentare, quali anoressia e bulimia, siano di sesso femminile, è sempre più evidente che è in aumento il numero degli uomini affetti da questo tipo di patologia. Si stima che circa il 5-10% dei pazienti anoressici e il 10-15% dei pazienti bulimici siano maschi.

L’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare nei maschi è sottovalutata sia perchè, data la prevalenza del disturbo tra le donne, si tende a non porre la diagnosi, sia perchè alcuni comportamenti, come le abbuffate nel caso della bulimia, sono socialmente più accettati se messi in pratica da un uomo. La diagnosi è inoltre resa difficoltosa dal fatto che i criteri diagnostici sono classicamente riferiti a pazienti di sesso femminile, ad esempio uno dei criteri principali per porre una diagnosi di anoressia è l’alterazione del ciclo mestruale con amenorrea protratta.

Anche per il maschio anoressico/bulimico il rapporto col cibo, col peso e con il corpo subiscono una distorsione causata da problematiche inerenti la sfera affettiva della persona – non viene mai abbastanza sottolineato come anoressia e bulimia non rappresentino semplicemente patologie legate ad errate abitudini alimentari dettate dal desiderio di pervenire alla forma fisica ideale– . La società occidentale infatti comincia ad imporre in maniera crescente anche agli uomini elevati standard di bellezza cui adeguarsi, rappresentati, in questo caso, più che dal controllo del peso dalla prestanza fisica.
Da numerosi studi è emerso infatti che gli uomini bulimici e/o anoressici sono meno ossessionati dal peso e ricorrono in maniera minore rispetto alle donne a diuretici e/o lassativi mentre è più diffuso il ricorso a esercizi fisici estenuanti. Spesso il disturbo, nel caso dell’anoressia, viene celato dal regime alimentare rigoroso richiesto da molte pratiche sportive, soprattutto nel caso di pazienti che abbiano praticato sport a livello agonistico.

Bulimia. Scopriamo cos’è questo diffuso disturbo alimentare

La presenza di questo disturbo alimentare, al contario da quelle persone affette da anoressia, non è così evidente, perchè la persona bulimica ha un peso relativamente normale. La patologia è caratterizzata dalla frequente assunzione di grandi quantità di cibo (le cosiddette abbuffate) cui segue l’uso di purganti e/o diuretici, il ricorso all’autoinduzione del vomito, oppure al digiuno o allo sfrenato esercizio fisico per evitare l’aumento di peso (comportamenti compensatori). Perchè si possa parlare di Bulimia le abbuffate devono avvenire almeno ogni due, tre giorni, per un periodo di qualche mese, ma possono avere cadenza quotidiana o verificarsi più volte nello stesso giorno.

Durante le crisi bulimiche la persona ha la sensazione di non poter porre fine al proprio comportamento, perde quindi il controllo sulla quantità di alimenti ingerita e va alla ricerca spasmodica di altro cibo da consumare fino al termine dell’abbuffata, che si conclude di solito quando ha mangiato tanto da “star male” – sintomi: dolori addominali, vomito spontaneo, senso di pienezza, sonnolenza – quando viene interrotta o il cibo si è esaurito. Sebbene l’abbuffata sia di per sè gratificante, al termine di ogni episodio vengono sperimentati senso di colpa e vergogna. Le crisi possono essere scatenate da una molteplicità di fattori: stati ansiosi o di tensione, pensiero del cibo, preoccupazioni, stanchezza. Inoltre, analogamente a quanto riscontrato nelle pazienti anoressiche, la persona bulimica nutre un’eccessiva preoccupazione circa il proprio aspetto fisico, sulla percezione del quale basa il proprio grado di autostima.