Il cosiddetto tecnostress provoca ipertensione e può far male al cuore. Ad affermarlo i medici interpellati per la ricerca ‘Le professioni più tecnostressanti’, promossa da Netdipendenza onlus in collaborazione con Assoexpo, Wireless e Pierre Communication. L’indagine, presentata in questi giorni alla Fiera Milano City, ha coinvolto 200 professionisti italiani. Il tecnostress riguarda infatti principalmente le professioni cosiddette ad alto impatto tecnologico, quelle cioè più legate all’uso di computer e cellulari che, quando eccessivo, può generare un alto livello di stress.
La causa, secondo Marco Diena, cardiochirurgo e fondatore del centro di prevenzione malattie cardiovascolari Cardioteam, risiede nella tensione psichica causata dal continuo flusso di informazioni provenienti da questi canali e dalla conseguente necessità di gestirle in maniera più rapida ed efficiente possibile per molte ore al giorno che genera ripercussioni negative sulla salute del nostro organismo. Da qui il rischio di insorgenza, a lungo andare, di patologie cardiovascolari. Tutti i medici interpellati hanno posto l’accento sulla pericolosità delle nuove tecnologie dovuta al loro forte impatto emotivo e alla capacità di generare uno stato di perenne ipertensione.
La situazione risulta poi peggiorata dalla maggiore incidenza fra questi professionisti di disturbi del sonno, stati ansiosi, mal di testa, dolori articolari anch’essi legati all’uso eccessivo della tecnologia. L’unica, per gli esperti, è recuperare uno stile di vita più naturale.
E proprio per aiutare i tecnostressati è nata Netdipendenza onlus il cui presidente Enzo Di Frenna ha lanciato, proprio attraverso il web, “Run for tecnostress” una singolare iniziativa, della quale la collega Paola Pagliaro vi aveva parlato qualche giorno fa, per mettere in contatto tutti i tecnostressati italiani e indurli una volta tanto a lasciare le tastiere del pc e incontrarsi all’aria aperta.