Secondo la Relazione annuale sull’attuazione della legge 194 sulle interruzioni volontarie di gravidanza diffusa in questi giorni dal ministro della Salute uscente, Livia Turco, il numero di aborti nel nostro Paese è in costante diminuzione. Nel 2007, sono state effettuate infatti 127.038 interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), contro le 131.018 del 2006 (-3%). Ma mentre il ricorso all’aborto diminuisce fra le donne italiane, lo stesso non può dirsi per le donne straniere, per le quali nel 2006 si è registrato un incremento del 4,5% rispetto al 2005 con un totale di 40.431 Ivg. Allo stesso modo si stima una diminuzione del numero di aborti clandestini: sarebbero 15.000 gli interventi effettuati illegalmente (secondo una stima precedente invece erano circa 20.000), ma il dato riguarda solo le donne italiane.
In aumento invece l’obiezione di coscienza dei medici e del personale sanitario: la percentuale di ginecologi obiettori è passata dal 58,7% al 69,2%, quella di anestesisti dal 45,7% al 50,4%, mentre fra il personale non medico si è passati dal 38,6% al 42,6% rispetto al 2003. L’incremento dei sanitari obiettori riguarda in particolar modo il Sud-Italia. Sono tremila quindi i ginecologi italiani non obiettori, solo il 30% dei 10 mila che operano nel nostro paese. Per questo motivo nella relazione si auspica un monitoraggio della loro distribuzione nelle strutture sanitarie di tutto il territorio nazionale perchè venga assicurata la necessaria copertura assistenziale.
Intanto è attesa anche in Italia, dopo anni di sperimentazione, l’introduzione della pillola abortiva Ru486 per la quale è necessario il via libera definitivo del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Sono 2.353 le donne che fra il 2005 e il 2007 sono ricorse all’aborto farmacologico. Nei paesi europei dove è già autorizzato fra cui Francia, Gran Bretagna e Svezia, l’introduzione del farmaco non ha influito sul tasso di abortività.