Become the most famous and beautiful bimbo in the world…Diventa la ragazzina più famosa e bella del mondo…così si legge sul sito del videogioco online più discusso e popolare degli ultimi tempi.
Si chiama Miss bimbo ed è uno tra i giochi virtuali più diffusi in Francia e in Inghilterra. Come tutti i videogames simulatori di vita reale (The Sims insegna) consiste nel crearsi un personaggio rappresentato da un avatar e…farlo diventare il più bello.
In pallio la corona di Miss bimbo, a fine gioco. Fin quì niente di trascendentale, ma cosa ha scosso allora così fortemente le coscienze di moralizzatori e non, genitori e perbenisti? Il fatto che si possa ricorrere al bisturi virtuale!
I giocatori, in prevalenza ragazzine tra i 9 ed i 16 anni, possono infatti ricorrere alla chirurgia plastica per migliorare l’aspetto dei propri alter-ego virtuali. E non finisce quì. Se l’avatar ha la pancetta o i fianchi larghi, si può rimediare con delle magiche pillole dimagranti.
Insomma una vera e propria fabbrica di bellezza virtuale. I trattamenti di bellezza vengono acquistati tramite un fondo virtuale, composto da bimbo-dollari, ma se il conto diventa rosso, i giocatori potranno comprare altro credito per abbellire i vanitosi avatar inviando un sms a pagamento (una sterlina e mezzo per messaggio inviato).
Ad insorgere le associazioni di genitori per il contenuto diseducativo del gioco, che punterebbe troppo sull’aspetto fisico e sull’immagine, trasmettendo messaggi fuorvianti per menti in crescita. Inoltre, se si diventa dipendenti della realtà virtuale dell’estetica, si corre il rischio di dilapidare l’intera paghetta per l’acquisto di ulteriori bimbo-dollari.
A lamentarsi anche la categoria dei medici, secondo cui pubblicizzare le pillole dimagranti così spudoratamente costituisce un vero e proprio comportamento anti-etico.
L’inventore si chiama Nicolas Jacquart ed ha solo 23 anni. Mi viene da pensare che, come me, sia cresciuto in una realtà che dona molta importanza all’aspetto fisico e in cui la chirurgia estetica non sorprende più. E’ routine. E in effetti è così che si giustificano i produttori dalla valanga di accuse: se il videogioco simula la vita reale, perchè non imitare in tutto e per tutto la società in cui viviamo, della plastica e delle pillole magiche per ogni problema?
Perchè…ed è quì che entra in gioco il senso etico, dovremmo pensare se è questo il mondo in cui vogliamo crescano i nostri figli, ossessionati dall’aspetto fisico, a 14 anni chiederanno di rifarsi il seno o il naso, piuttosto che il mitico vespino. Certamente non bisogna ignorare che la società è in perenne evoluzione e chiudere gli occhi non serve.
Miss bimbo non è certo l’unico gioco in cui si discutano i valori tradizionali. Posso testimoniare per esperienza che anche in The Sims, famoso videogioco di simulazione, i messaggi sono alquanto discutibili. Ad esempio, se inviti un professore virtuale a casa e ci finisci a letto sempre virtualmente i voti improvvisamente lievitano. Se crei un personaggio bello e attraente riceverai fischi di ammirazione e avrai successo, cosa che non avviene per qualcuno un po’ più bruttino.
Altro esempio del cambiamento del target offerto ai bambini di oggi, sono i cartoni. Violenza e giapponesi a parte, sono rimasta scioccata quando una nuova eroina animata ha accusato la compagna di banco di essere tutta rifatta. Abituata a Candy Candy e Georgie ci sono rimasta un po’ male, ma poi ho capito. I tempi sono cambiati e anche i giochi…