Sono oltre 5 milioni gli obesi nel nostro paese che dovrebbero sottoporsi alla chirurgia bariatrica per vedere raddoppiate le proprie probabilità di sopravvivenza nell’arco di venti anni, e 500mila di essi sono grandi obesi che andrebbero operati con urgenza. A dirlo sono gli esperti della Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche (Sicob) che si sono riuniti a Milano per ribadire come la chirurgia antiobesità (chirurgia bariatrica) non sia un intervento estetico ma salvavita, soprattutto nel caso degli obesi oltre i 45 affetti da diabete di tipo 2 a rischio di complicanze.
A dimostrarlo invece una ricerca anagrafica condotta in Liguria dalla stessa Sicob: a 20 anni dall’intervento sopravvive il 40% degli operati (200mila persone), mentre questa percentuale è del 5% (25mila) per gli obesi non operati. La chirurgia bariatrica permetterebbe quindi di salvare 175 mila vite.
Ma non solo: l’intervento è in grado di migliorare sensibilmente la qualità della vita del paziente ridimensionando o risolvendo le complicanze mediche legate all’obesità come diabete, ipertensione, sangue “grasso”, osteoartrite, problemi cardiaci e respiratori e dell’apparato genito-urinario. Come, ricorda Giuliano Romagnoli, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale all’ospedale di Circolo di Varese infatti l’intervento di chirurgia bariatrica è in grado di migliorare i sintomi dell’insufficienza respiratoria già dopo un mese e risolve il 75% dei casi di diabete di tipo 2. Ma non solo, l’89% dei pazienti con osteoartrite vede alleviato il dolore. A giovarne anche eventuali problemi di fertilità.
Inoltre, secondo uno studio condotto dalla Fondazione Policlinico di Milano il bendaggio gastrico permetterebbe un notevole risparmio in termini economici legato alla drastica riduzione delle spese sostenute per la terapia delle complicanze mediche legate all’obesità, patologia che causa il 7,7% di tutte le morti registrate ogni anno in Europa.
Gli esperti inoltre, forti della crescente disponibilità di tecniche sempre meno invasive come la laparoscopia, contano di poter estendere la chirurgia bariatrica anche agli adolescenti. A dare esiti incoraggianti in questa direzione uno studio condotto dall’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli su 25 pazienti sotto i 19 anni (18 femmine e 7 maschi) sottoposti a intervento tra il 1996 e il 2008, per i quali la perdita di peso è stata pari a 96 chili, in totale assenza di decessi e complicanze.