E’ cambiato il profilo della persona tipicamente a rischio di contrarre il virus dell’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). Mentre in passato infatti ad essere più a rischio erano omosessuali e tossicodipendenti, da qualche anno a questa parte il pericolo di contagio riguarda sempre più da vicino uomini quarantenni ed eterosessuali. Ad affermarlo Stefano Vella, direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto superiore di Sanità, nel suo intervento alla presentazione del ‘Raltegravir’, il nuovo farmaco tutto italiano contro l’Aids, messo a punto dai ricercatori dell’Istituto Ricerche di Biologia molecolare (Irbm) “Pietro Angeletti” di Pomezia (Roma).
Molti degli eterosessuali a rischio di contrarre l’HIV, spiega Vella, non sanno neppure di esserlo. Non solo non usano il preservativo, ma non avendo alcun dubbio sul proprio stato di salute non si sottopongono ad alcuna analisi di controllo giungendo così alla diagnosi di sieropositività in fase molto tardiva, quando la malattia è già manifesta. Allo stesso tempo è aumentata anche l’età media delle persone affette da AIDS che si attesta ormai oltre i quaranta anni. Sono sempre più frequenti infatti i casi di contagio fra gli ultra sessantenni che grazie al ritrovato vigore, merito della tanto decantata pillola blu, riscoprono la sessualità. Molti di loro tuttavia non hanno molta dimestichezza con la necessità di proteggersi durante i rapporti sessuali, soprattutto se questi avvengono con partner occasionali, e cadono così nella trappola della malattia.
Secondo i dati diffusi nel 2005 dall’Istituto superiore di Sanità, nel nostro paese sono stati segnalati 55.000 casi di AIDS dall’inizio dell’epidemia nel 1982. Già tre anni fa l’ISS rilevava il numero crescente di contagi per via eterosessuale (40% contro il 20% di quelli omosessuali) e soprattutto l’abbassamento della percezione del rischio da parte delle potenziali vittime del virus. Se oggi la patologia è sotto controllo infatti è merito anche delle campagne di prevenzione che hanno puntato tutto sulla sensibilizzazione all’uso del profilattico, oltre che dell’introduzione dei farmaci antiretrovirali che hanno permesso di aumentare la possibilità di sopravvivenza delle persone sieropositive. Abbassare la guardia proprio adesso mancando di proteggersi adeguatamente dal rischio di contrarre l’AIDS sarebbe davvero assurdo.