Sindrome di Morris

La Sindrome di Morris è una malattia che colpisce una persona ogni 13mila. E’ il risultato di una situazione rara che si instaura durante lo sviluppo degli organi e degli apparati riproduttivo e genitale, quindi già dopo due-tre settimane di gravidanza, quando il processo della differenziazione sessuale regolato da fattori genetici e ormonali comincia. La malattia provoca una interruzione dello sviluppo dell’apparato riproduttivo nel feto.

 

Emolacria, piangere sangue: la storia di Yaritza

Una ragazza cilena è salita agli “onori” delle cronache in questi giorni per via di un problema di salute molto grave. E’ affetta da emolacria, ovvero piange lacrime di sangue. Una patologia di cui sono noti, compreso il suo, solo quattro casi e per la quale al momento una cura non esiste.

Dopo l’estate le donne soffrono la sindrome di Grimilde

Non tutti ricorderete Grimilde, la regina cattiva della favola per bambini Biancaneve. Grimilde era la “strega” se così possiamo definirla, che passava la maggior parte del tempo a domandare al suo specchio parlante, quale fosse la donna più bella del reame, la sua estrema ossessione per la bellezza l’ha portata a diventare anche un simbolo per quelle donne che al rientro dalle vacanze estive, si sentono brutte, fino al punto di soffrire di una vera e propria sindrome, per l’appunto, la sindrome di Grimilde.

Malattie rare: scoperta la causa della Sindrome KBG

Finora la Sindrome KBG è stata diagnosticata con certezza solo a 60 persone. Si tratta dunque di una malattia rara, anzi, rarissima. O forse no, visto che il suo inquadramento clinico è molto complesso e non ancora ben definito: presumibilmente le persone affette sono molte di più. Eppure una ricerca scientifica pubblicata sull’ultimo numero dell’ American Journal of Human Genetics, annuncia la scoperta della causa di tale patologia: la mutazione di un gene specifico, che è stato individuato e si chiama ANKRD11.

Tecnostress, oggi respiro

Il video “Oggi respiro senza tecnostress” è on line sul Network Run for Tecnostress, su Streamit.it (web tv HD) e su You Tube. Come racconta Enzo Di Frenna, giornalista presidente di Netdipendenza Onlus, “è un “messaggio nella bottiglia” lanciato nell’oceano delle informazione della Rete. Fermarsi e respirare, ogni tanto: fa bene alla salute, ai rapporti umani, ed anche al rendimento lavorativo. Fermarsi e andare a fare una passeggiata all’aperto, magari in riva al mare come i protagonisti del videoclip.

Media partner è AdnKronos. Il principio portato avanti è semplice: in questo mondo e di questi tempi, spegnere per un attimo – un giorno, un’ora – tutta la tecnologia che ci circonda (pc, cellulare eccetera) e respirare. L’attività di Netdipendenza Onlus è proprio questa: si tratta di un’associazione no profit, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di videodipendenza e sindrome correlate (tecnostress, information overload, multitasking, disturbi comportamentali, internet addiction disorder).

Colite. Cause, sintomi e terapie

Colite. Di cosa si tratta? E quali sono le ragioni per cui il nostro intestino a volte va in tilt? Che ruolo ha come mangiamo? La colite è la sindrome del colon irritabile, infiammazione, quindi, di quella parte dell’intestino che è il colon, ed è discretamente diffusa: ne soffre il 15% delle persone. I sintomi. Si manifesta con dolori dell’addome, crampi, gonfiore, ma anche diarrea con o senza stitichezza contemporanea, nausea, vomito e spossatezza. Un disturbo nel quale lo zampino dello stress è cruciale.

Quali le diagnosi e le cure? Quali le cause? E quale il ruolo dell’alimentazione e degli stili di vita? Domande alle quali risponderanno stasera Tino Casetti, professore alla guida del dipartimento di malattie digestive e metaboliche dell’AUSL di Ravenna e Rosalba Mattei, specialista in scienze tecniche diabetiche applicate all’Università degli studi di Siena. Ospiti di Michele Mirabella ad Elisir.

Si rimanda qui per ulteriori approfondimenti.

Calo del desiderio anche per “lui”. In vertiginoso aumento le coppie bianche

Se è vero che agli italiani (uomini e donne) spetta il primato del raggiungimento del piacere sessuale con il 66% degli interessati che si dichiara soddisfatto, potremmo dire, della propria vita intima, allo stesso tempo si registra un vertiginoso aumento delle cosiddette coppie bianche che, cioè, non hanno più rapporti intimi per pura e semplice mancanza di desiderio sessuale. Un fenomeno che studiosi britannici hanno definito anoressia sessuale maschile e che decreta la fine della vita intima della coppia già intorno ai 40 anni. Non solo le donne quindi in preda al calo del desiderio sessuale, ma anche gli uomini. Tramonta quindi lo stereotipo del maschio sempre sessualmente disponibile verso la propria compagna, avvilito dai continui rifiuti celati dall’ormai leggendario mal di testa di lei.

Le coppie che hanno rinunciato ad avere rapporti intimi a causa del mancato slancio sessuale, in questo caso da parte di lui, si sarebbero triplicate in Italia negli ultimi dieci anni, secondo quanto afferma Bruno Giammusso, responsabile dell’Unità operativa di andrologia all’università di Catania, che ha lanciato in questi giorni a Milano una campagna sociale contro l’impotenza, promossa dalla Società Italiana di Andrologia (Sia) ed European Sexual Disfunction Alliance (Esda).

AIDS: in aumento i casi di contagio fra gli eterosessuali

E’ cambiato il profilo della persona tipicamente a rischio di contrarre il virus dell’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). Mentre in passato infatti ad essere più a rischio erano omosessuali e tossicodipendenti, da qualche anno a questa parte il pericolo di contagio riguarda sempre più da vicino uomini quarantenni ed eterosessuali. Ad affermarlo Stefano Vella, direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto superiore di Sanità, nel suo intervento alla presentazione del ‘Raltegravir’, il nuovo farmaco tutto italiano contro l’Aids, messo a punto dai ricercatori dell’Istituto Ricerche di Biologia molecolare (Irbm) “Pietro Angeletti” di Pomezia (Roma).

Molti degli eterosessuali a rischio di contrarre l’HIV, spiega Vella, non sanno neppure di esserlo. Non solo non usano il preservativo, ma non avendo alcun dubbio sul proprio stato di salute non si sottopongono ad alcuna analisi di controllo giungendo così alla diagnosi di sieropositività in fase molto tardiva, quando la malattia è già manifesta. Allo stesso tempo è aumentata anche l’età media delle persone affette da AIDS che si attesta ormai oltre i quaranta anni. Sono sempre più frequenti infatti i casi di contagio fra gli ultra sessantenni che grazie al ritrovato vigore, merito della tanto decantata pillola blu, riscoprono la sessualità. Molti di loro tuttavia non hanno molta dimestichezza con la necessità di proteggersi durante i rapporti sessuali, soprattutto se questi avvengono con partner occasionali, e cadono così nella trappola della malattia.

Presentati i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del Sistema Sanitario Nazionale

Il Presidente del Consiglio uscente Romano Prodi e i Ministri della Salute e dell’economia Livia Turco e Tommaso Padoa Schioppa hanno presentato i nuovi LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, l’elenco di prestazioni e servizi assicurati dal Sistema Sanitario Nazionale. Molte le novità contenute nel documento, incluse le nuove indicazioni sulle malattie croniche e rare esentate dal ticket.

Medicinalive vi presenta le innovazioni più rilevanti:

Nell’ambito delle prestazioni sanitarie preventive spicca l’introduzione del vaccino anti Papillomavirus Umano (HPV), responsabile del cancro alla cervice uterina, per tutte le adolescenti tra undici e dodici anni. Mentre vengono incluse nella diagnosi neonatale la sordità e la cataratta congenite.

Prevista dai nuovi livelli di assistenza la somministrazione di cure palliative domiciliari ai malati in fase terminale, mentre i malati di nefropatia cronica potranno avere gratuitamente i prodotti alimentari aproteici.

Malattie del fegato: in aumento quelle causate dall’abuso di alcol

Secondo i dati diffusi al Quarentatreesimo Meeting annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL), che si svolge in questi giorni a Milano, sono 29 milioni (6%) gli europei affetti da patologie epatiche. Il dato più preoccupante finora emerso è quello che riguarda l’aumento costante in tutta Europa del numero di epatopatie alcoliche, ovvero le malattie del fegato causate dall’abuso di alcol, che ogni anno uccidono ben 13.000 persone e rappresentano la seconda causa di trapianto di fegato dopo il virus dell’epatite C. Il fenomeno è riconducibile, oltre al cambiamento degli stili di vita, che ha visto l’aumento delle occasioni conviviali nelle quali ci si ritrova spesso proprio per consumare alcol, anche alla crescente diffusione dell’abuso di sostanze alcoliche tra le donne e gli adolescenti.

Mentre il numero di pazienti affetti da steatosi epatica non riconducibile all’abuso di alcol ma a insulino-resistenza, diabete di tipo 2, obesità e sindrome metabolica, rimane quasi invariato, con un’incidenza compresa fra il 3 e il 24%. Si registra invece una netta diminuzione dei casi di epatite virale soprattutto di epatite B e C. In Europa sono ben 10 milioni i portatori di epatite virale, la gran parte dei quali (più di 8 milioni) hanno contratto l’infezione da virus dell’epatite C (HCV), responsabile di molti dei casi di cirrosi e di carcinoma epatocellulare, patologia che uccide 40.000 persone ogni anno.

Sesso e denaro. Ma gli uomini non pensano ad altro?

A noi non piacciono certamente i luoghi comuni, ma quando c’è di mezzo la scienza non possiamo fare a meno di chiederci se in qualche modo questi non abbiano realmente un loro fondamento. Tanto più che a fare da “cavie” per la ricerca della quale stiamo per parlarvi sono stati 15 studenti del prestigioso ateneo californiano di Standford, noto per essere la culla di alcune delle menti più geniali del globo terrestre.

Lo studio, condotto da psicologi dell’Università di Standford, in collaborazione con esperti di finanza della Northwestern University, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Journal Neuroreport“. E, udite udite, cosa sono riusciti a dimostrare i ricercatori statunitensi: la reazione cerebrale degli uomini in risposta alla visione di immagini erotiche attiva le stesse aree coinvolte quando sono in ballo rischiose decisioni di carattere finanziario. Come dire, sesso e denaro occupano lo stesso posto dentro il cervello degli uomini e fanno loro lo stesso effetto.