Con un solo intervento sarà presto possibile risolvere problemi femminili intestinali, urinari e ginecologici.
La nuova tecnica miniinvasiva porta la firma di Antonio Longo, presidente della Siucp (Società italiana unitaria di colonproctologia).
La nuova tecnica miniinvasiva porta la firma di Antonio Longo, presidente della Siucp (Società italiana unitaria di colonproctologia).
Il lifting intimo 3 in 1 consiste nel trattare in un unica operazione chirurgica disturbi che di solito vengono operati separatamente, ma che in realtà sono strettamente correlati, come spiega lo stesso Longo:
Un terzo della popolazione femminile soffre di incontinenza urinaria, emorroidi e stipsi o disturbi sessuali correlati a problemi di utero e vagina, per lo più prolassi.
Finora le malattie del pavimento pelvico, ossia del complesso di organi racchiusi nel bacino, sono state studiate e affrontate separatamente. Senza tener contro delle strette correlazioni e delle dinamiche causa-effetto che esistono in questo apparato. Dove tutto è invece collegato, perché la discesa di utero e vagina, dovuta soprattutto ai traumi del parto, può pesare negativamente anche sul funzionamento di vescica e retto. Da qui l’idea di un intervento di “sospensione pelvica completa”.
L’intervento consisterà nel riportare l’utero nella sua posizione naturale, utilizzando un sistema di bendaggio, una sorta di mini amache, che verranno fissate ai muscoli addominali.
L’utero riportato nella sua posizione iniziale trascinerà con sè tutti gli altri organi pelvici, che ritorneranno al loro posto, ripristinando il giusto stato e risolvendo molti dei problemi legati alla vita sessuale, urologica e intestinale femminile.
L’intervento ha già sortito effetti positivi su 350 pazienti.
L’utero riportato nella sua posizione iniziale trascinerà con sè tutti gli altri organi pelvici, che ritorneranno al loro posto, ripristinando il giusto stato e risolvendo molti dei problemi legati alla vita sessuale, urologica e intestinale femminile.
L’intervento ha già sortito effetti positivi su 350 pazienti.
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