Presto potrebbero esserci interessanti novità per le persona affette da psoriasi: sono stati infatti pubblicati sull’ultimo numero della rivista Lancet i risultati di uno studio, ancora in corso, che avrebbe dimostrato l’efficacia di un farmaco (provvisoriamente denominato ISA247) che, dopo sole 12 settimane di trattamento, riduce del 75% l’estensione delle lesioni. Più precisamente si tratta di un inibitore della calcineurina che avrebbe anche il pregio di comportare minori effetti collaterali rispetto ai farmaci immunosoppressori a base di ciclosporina attualmente in uso.
La psoriasi è una malattia della pelle non infettiva caratterizzata da lesioni presenti in genere sulla cute di testa, gomiti, ginocchia, ma che possono fare la loro comparsa anche nella zona genitale, nella pianta dei piedi e nel palmo delle mani. Si tratta di ispessimenti della pelle, che risulta arrossata e squamata, che una volta scomparse non lasciano cicatrici. Tuttavia la malattia tende a cronicizzarsi e anche una volta “guarite” le lesioni possono ricomparire tipicamente in risposta a fattori scatenanti come lo stress.
Le cause sono ancora sconosciute, ma gli esperti ritengono si tratti di una patologia nella cui insorgenza intervengono fattori diversi: quel che è accertato è che esiste una familiarità. La psoriasi riguarda i due sessi nello stesso modo e fa la sua comparsa generalmente in età giovanile. E’ stato anche osservato che la patologia peggiora in autunno e in primavera, mentre tende a migliorare durante la stagione estiva. Sono stati individuati diversi fattori scatenanti: lo stress, avvenimenti apparentemente banali come punture d’insetti, grattamento, contatto con sostanze urticanti, assunzione di alcuni farmaci come gli antidepressivi a base di litio o gli antipertensivi. Possibile che anche fattori ormonali abbiano un loro ruolo poichè la psoriasi può fare la propria comparsa durante la pubertà o dopo la menopausa. Fra i fattori scatenanti anche la carenza di calcio.
La terapia della psoriasi varia da caso a caso, nei casi meno gravi si interviene trattando direttamente la zona interessata generalmente attraverso l’impiego di preparazioni topiche a base di cortisone, analoghi della vitamina D (calcipotriolo e tacalcitolo) e retinoidi. Esistono anche pomate a base di vaselina, catrame e mercurio. Nelle forme più gravi si ricorre alla terapia farmacologica, in genere a base di immunosoppressori e retinoidi. Ad entrambe le terapie può essere associata la fototerapia con raggi UVA o UVB.
Influenza di altri fattori: sebbene non vi siano certezze in merito è stata osservata una relazione tra l’insorgenza della psoriasi e il consumo di alcol, l’abitudine al fumo, e alcune abitudini alimentari come l’eccessivo consumo di proteine animali. Occorre quindi prestare molta attenzione all’alimentazione e allo stile di vita in generale: è opportuno consumare con moderazione carni rosse, insaccati, uova, burro, cibi fritti, sale, latte e derivati, zucchero, mentre può essere utile seguire una dieta vegetariana. Tuttavia, a proposito del consumo di frutta e verdura occorre precisare che alcuni studi hanno dimostrato che mangiare vegetali quali peperoni, melanzane, pomodori, carciofi, frutti di bosco, mele crude, cachi può acuire la gravità delle lesioni, mentre particolarmente indicato è il consumo di radicchio, zucca amara, crescione e cicoria. Gli esperti raccomandano inoltre di bere almeno due litri di acqua al giorno.
La psoriasi risente anche delle condizioni di salute psichica del paziente e, come già detto, lo stress è tra i maggiori fattori scatenanti. Per questo motivo, oltre che per le difficoltà personali e relazionali che possono derivare dalla patologia, è di frequente raccomandato un intervento di sostegno psicologico.