- l’Haemophilus influenzae di tipo b
- lo Streptococcus pneumoniae
- la Neisseria meningitidis, detta anche meningococco
L’intervento tempestivo con una cura antibiotica è determinante per evitare una morte rapida e per una guarigione completa. Nei bambini è difficile diagnosticarla tempestivamente, e anche negli adulti i sintomi inconfondibili si manifestano quando ormai la malattia è in un stadio avanzato, impedendo ai medici di intervenire per evitare le complicazioni dovute al decorso della patologia.
La meningite da influenzae colpisce soprattutto nella prima infanzia, mentre gli anziani sono più esposti al batterio pneumococco.
In un comunicato stampa del Ministero della Salute, che risale al 19 dicembre 2007, si trovano importanti e soprattutto ufficiali informazioni sul problema del contagio:
Il Meningococco è in ogni caso un frequente abitante della nostra gola: in oltre il 10% degli individui è presente senza dare alcun problema; meno dell’1% degli infetti ha invece un rischio concreto di sviluppare la malattia e, tra questi, solo una quota tra l’1 e il 5% rischia la morte. La maggioranza delle persone, non è quindi sensibile alla meningite e solo in casi rari questo batterio diventa aggressivo e può provocare la malattia.
Il contagio avviene da persona a persona con contatti stretti, in ambienti affollati mentre il batterio non riesce a sopravvivere nell’ambiente, né in alimenti, bevande o su oggetti: per questo non sono efficaci disinfezioni ambientali e non v’è un rischio epidemico che oltrepassi il circuito dei contatti stretti dei casi. Anche in questi ultimi eventi il contagio è prevenibile con l’apposita profilassi antibiotica.
Episodi epidemici sono assolutamente infrequenti, mentre la maggioranza dei casi del nostro Paese si presenta come casi sporadici.
Ci auguriamo che il nuovo esecutivo prendera’ in carico questo problema tenendo conto delle innumerevoli evidenze scientifiche che consigliano di investire nella prevenzione.