Omega 3, ovvero acidi grassi polinsaturi: li conosciamo già perché famosi per le loro caratteristiche protettive nei confronti del cuore: ne è ricco il pesce, che nella dieta mediterranea si consiglia di assumere almeno 3-4 volte la settimana. Non tutti sanno però che oltre a proteggere dalle malattie cardiovascolari, gli omega 3 sono importanti anche in caso di tumore. Ce ne spiega caratteristiche e proprietà benefiche la dottoressa Maria Assunta Coppola, Biotecnologa medica e nutrizionista.
“Gli acidi grassi omega-3 sono convenzionalmente impiegati nei regimi terapeutici di primo approccio per le patologie cardiovascolari, con un ruolo ormai riconosciuto nel trattamento della ipertrigliceridemia; con questa indicazione sono anche distribuiti in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale.
Le loro prospettive d’impiego potrebbero però essere molto più ampie, e spaziare dal trattamento dello scompenso cardiaco a quello della sindrome anoressica-cachettica dei pazienti oncologici.
Da sottolineare infatti che gli omega-3 Epa e Dha non sono solo precursori di mediatori antinfiammatori, vasodilatatori e antiaggreganti (fattori protettivi per il rischio cardiovascolare), ma bloccano anche alcuni processi che favoriscono la moltiplicazione cellulare e la formazione di nuovi vasi, tipici dei tumori avanzati, facilitando altresì l’attivazione di patway che promuovono l’adesione molecolare e la morte delle cellule cancerose. Un’arma in più, dunque, per la prevenzione primaria e secondaria dei tumori”
Ma quanti Omega 3 bisogna assumere? Soprattutto se parliamo di terapia dobbiamo far ricorso a farmaci ed integratori o basta mangiare tanto pesce?
“Le persone più a rischio di infarto, ictus e ischemie, o che soffrono già di qualche disturbo, tipo colesterolo alto o ipertensione, dovrebbero assumere quantità elevate di queste preziosi elementi, equivalenti al consumo di una o due porzioni quotidiane di pesce ricco in Omega 3 EPA o DHA.
Per essere precisi almeno un grammo di Omega 3 al giorno se non di più in alcune situazioni. Chiaramente è un obiettivo difficile da raggiungere, ma si può supplementare il consumo di pesce con degli integratori alimentari a base di olio di pesce in capsule o con l’antico olio di fegato di merluzzo.
In tal caso però non si deve fare da soli, prima di prendere dosi massicce di supplementi a base di EPA o DHA bisogna consultare un esperto, possibilmente in nutrizione, perché potrebbero avere effetti collaterali indesiderati”.
Volendo rimanere legati al cibo, cosa prediligere?
“In 100 grammi di alici troviamo ad esempio 790 mg di Omega 3, 650 nella trota, ma addirittura 4080 mg in solo un etto di sardine! Altissimi contenuti di Omega 3 anche nel tonno (2950 mg/100gr) o nel salmone (2841 mg/100 gr). Tanto per rendere l’idea, ma bene anche lo sgombro, l’aringa ed il pesce spada”.
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