C’è un insetto geniale, elegante nel volo come nel vestito, capace costruttore di affascinanti architetture e produttore di un formidabile alimento, usato in cucina, in cosmetica, in medicina. C’è un insetto – dicevamo – che rischia l’estinzione. E’ l’ape, un animale che – a causa del proprio “stile” di vita – si trova a soffrire più di altri gli effetti dell’inquinamento, della cementificazione e dell’impiego di prodotti chimici nell’agricoltura così come nella botanica.
Non bastasse questo elenco di terribili piaghe, ecco scoprire che la sua puntura può anche essere mortale per quei soggetti nei quali provoca lo shock anafilattico (una reazione spropositata del sistema immunitario che, nel caso specifico, può manifestarsi in seguito ad una puntura), e la conseguente campagna di sterminio “casereccio” fatto di spruzzi di DDT ed altre sostanze chimiche. Tutto questo è stato sufficiente per far “scivolare” le api – che noi siamo abituati ad immaginare in enormi sciami – nel novero delle specie “in pericolo”, al quarto livello (su sette) nella scala dello “stato di conservazione” delle specie.