Uno studio dell’Università candese di Toronto presentato al congresso della Societa’ americana di oncologia (Asco) mostrerebbe l’efficacia della vitamina D nella lotta contro il cancro al seno e nel miglioramento della sopravvivenza delle pazienti. I ricercatori hanno riscontrato infatti una probabilità altissima di sviluppare metastasi (pari al 94%) e di andare incontro alla morte (il 73%) nelle donne affette da tumore della mammella che al momento della diagnosi mostravano una carenza di vitamina D.
Il campione analizzato è composto da 512 pazienti che avevano ricevuto la diagnosi tra il 1989 e il 1995, tutte sono state seguite fino al 2006. Nell’arco di dieci anni l’83% delle donne che mostravano buoni livelli di vitamina D nel sangue non avevano sviluppato metastasi e l’85% era sopravvissuta. Tuttavia, avvertono gli studiosi, sono necessarie ulteriori indagini prima di raccomandare alle donne con tumore al seno un’integrazione di vitamina D nella dieta. Infatti, nonostante la sua carenza sia piuttosto comune in questo tipo di patologia, i ricercatori, per loro stessa ammissione, non sono ancora riusciti a stabilire se si tratti di una casualità.
Sempre al congresso dell’Asco sono stati presentati due studi italiani, coordinati dall’Universita’ di Modena e Reggio Emilia, che hanno mostrato l’efficacia di una molecola (denominata lapatinib) in grado di ridurre la massa tumorale ed evitare il ricorso alla asportazione chirurgica della mammella (mastectomia). La molecola lapatinib, impiegata nella terapia precedente all’intervento chirurgico, ha permesso la chirurgia conservativa nel 50% dei casi. Il campione in questo caso era composto da un centinaio di donne.
Inoltre, come spiega Pier Franco Conte, direttore del dipartimento di oncologia ed ematologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nel 45% delle pazienti la terapia e l’intervento chirurgico hanno portato alla scomparsa del cancro. Tuttavia, rilevano gli studiosi del congresso americano, esiste la tendenza sempre più diffusa a ricorrere alla mastectomia in luogo della chirurgia conservativa.