bulimia
Bulimia e anoressia: un milione di italiane soffre di disturbi alimentari, in netto aumento il tasso di mortalità
Anoressia e bulimia dilagano tra le giovanissime, colpendo oltre un milione di donne.
Disturbi psichiatrici: in aumento quelli correlati ad abuso di alcol e droghe
Tutti i benefici del cioccolato (per sconfiggere i sensi di colpa)
Dismorfofobia, ovvero vedersi brutti e preoccuparsene troppo
Drunkoressia. Quando alcolismo e anoressia si incontrano
Adolescenti e rischio obesità. L’autostima gioca un ruolo fondamentale
Cleptomania: una sindrome da star
La cleptomania fa parte della schiera dei disturbi del controllo degli impulsi.
Questa sindrome può essere definita come la ricorrente e reiterata incapacità di resistere al’impulso di rubare oggetti che non hanno utilità personale e spesso neanche un gran valore commerciale.
Il furto non viene mai compiuto per vendetta, per rabbia nè sotto gli effetti di droghe o allucinogeni.
E’ semplicemente dettato da un bisogno impellente di rubare e dall’incapacità e debolezza del soggetto che non riesce a trattenersi, e ad opporre resistenza al suo irrefrenabile stimolo di “prendere“.
Il cleptomane punta su articoli di poco prezzo e una volta rubati li regala o li butta via.
Può addirittura capitare che li conservi, per poi restituirli in seguito, senza farsi scoprire. Questo testimonia il completo disinteresse nei confronti dell’oggetto sottratto.
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Sconfiggere la Bulimia. L’approccio multidisciplinare come trattamento elettivo
In ogni caso è di fondamentale importanza che l’intervento sia calibrato in funzione delle specifiche esigenze della paziente.
Bulimia e Anoressia. Quando le vittime sono gli uomini.
Bulimia. Scopriamo cos’è questo diffuso disturbo alimentare
La presenza di questo disturbo alimentare, al contario da quelle persone affette da anoressia, non è così evidente, perchè la persona bulimica ha un peso relativamente normale. La patologia è caratterizzata dalla frequente assunzione di grandi quantità di cibo (le cosiddette abbuffate) cui segue l’uso di purganti e/o diuretici, il ricorso all’autoinduzione del vomito, oppure al digiuno o allo sfrenato esercizio fisico per evitare l’aumento di peso (comportamenti compensatori). Perchè si possa parlare di Bulimia le abbuffate devono avvenire almeno ogni due, tre giorni, per un periodo di qualche mese, ma possono avere cadenza quotidiana o verificarsi più volte nello stesso giorno.
Durante le crisi bulimiche la persona ha la sensazione di non poter porre fine al proprio comportamento, perde quindi il controllo sulla quantità di alimenti ingerita e va alla ricerca spasmodica di altro cibo da consumare fino al termine dell’abbuffata, che si conclude di solito quando ha mangiato tanto da “star male” – sintomi: dolori addominali, vomito spontaneo, senso di pienezza, sonnolenza – quando viene interrotta o il cibo si è esaurito. Sebbene l’abbuffata sia di per sè gratificante, al termine di ogni episodio vengono sperimentati senso di colpa e vergogna. Le crisi possono essere scatenate da una molteplicità di fattori: stati ansiosi o di tensione, pensiero del cibo, preoccupazioni, stanchezza. Inoltre, analogamente a quanto riscontrato nelle pazienti anoressiche, la persona bulimica nutre un’eccessiva preoccupazione circa il proprio aspetto fisico, sulla percezione del quale basa il proprio grado di autostima.