Cefalea, curarla con la chiropratica

La cefalea censiva si può curare con la chiropratica. E’ su questo tema che è incentrata la campagna informativa dell’Aic (Associazione Italiana Chiropratici), che si svolgerà la prossima settimana in tutta Italia. Ma vediamo nel dettaglio: la cefalea è un problema che affligge circa 8 milioni di italiani.

Si tratta di un’emergenza sanitaria non solo per l’elevato numero delle persone che colpisce, ma anche perché spesso è fortemente invalidante, provoca numerose assenze dal lavoro, scarsa partecipazione alla vita sociale e soprattutto un abuso eccessivo ed errato di farmaci. Con la chiropratica tutto ciò non è necessario: attraverso le sue particolari tecniche manuali è in grado di ripristinare la corretta articolazione e funzione della colonna vertebrale (condizione necessaria alla sensazione di benessere).

Colonna vertebrale: cos’è la chiropratica e a che serve

La chiropratica è una delle tecniche di medicina naturale più diffusa al mondo. La sua impostazione decisamente olistica, vede l’essere umano nel suo insieme: un unicum tra mente, corpo e spirito. In particolare parte da un semplice presupposto: alterazioni del normale allineamento vertebrale possono condurre a disturbi del sistema nervoso ed endocrino. La chiropratica nasce nel 1895 a Davenport, nell’Iowa, da un’intuizione di Daniel David Palmer.

Nel giro di poco tempo è diventata una scienza, un’arte medica (è la terza professione sanitaria più praticata negli Stati Uniti). Ma vediamo nel dettaglio: il midollo spinale che si trova all’interno delle vertebre (dunque  lungo la colonna vertebrale), rappresenta la principale via di comunicazione del nostro sistema nervoso. Da qui infatti fuoriescono i nervi che “trasportano” messaggi al resto dell’organismo. Se c’è un problema in questa zona, si presentano disturbi e sintomi di varia natura.

Postura, se è scorretta può provocare anche mal di testa

Vi domanderete: cosa c’entra la cefalea con la postura? E di preciso, cosa si intende con questo termine? Ve lo spiego subito. Il corpo umano è una macchina perfetta: i suoi ingranaggi sono difficilmente riproducibili. Questo perché ogni minimo sistema è strettamente collegato ad un altro. Quando un meccanismo si inceppa o comincia a non funzionare perfettamente, ne subiamo le conseguenze.

La posturologia è la scienza che studia il funzionamento del corpo umano nella sua posizione eretta. Pensiamo a come facciamo a stare in equilibrio: negli occhi, nel sistema vestibolare, nella muscolatura, ma anche nei piedi ed addirittura nei denti, esistono dei recettori capaci di inviare contemporaneamente informazioni al sistema neurologico.

Agopuntura contro la depressione in gravidanza

Le donne che soffrono di depressione durante la gravidanza potrebbe avere un nuovo l’alleato: l’agopuntura. Stando a quanto riporta un recente studio dello Stanford University School of Medicine Sleep Medicine Center in Redwood City, California, che sarà pubblicato sul numero di marzo della rivista di divulgazione scientifica Obstetrics & Gynecology.

La ricerca ha scoperto che le donne depresse trattate con sessioni di agopuntura specifiche per la depressione avevano un tasso di risposta del 63 per cento rispetto ad un tasso di risposta del 44 per cento delle donne trattate con agopuntura saltuariamente e genericamente.

Curarsi dall’osteopata

Sempre di più si sente parlare di osteopatia nell’ambito degli approcci non convenzionali a supporto della salute. Troppo spesso però si fa confusione, dando credito a leggende metropolitane alimen­tate dalla superficialità di alcuni “addetti ai lavori”.  In realtà la parola “Osteopatia” fu coniata dal dottor Andrew Taylor Stili e attribuita alla corrente di pensiero da lui fondata negli Stati Uniti nel 1892. Ha scritto infatti nella sua autobiografia:

“Ho pen­sato che l’osso, osteon, fosse il punto da cui dovevo partire per ac­certare la causa delle condizioni patologiche e così ho messo in­sieme ‘osteo con patia’ e ho otte­nuto Osteopatia”.

Il fondamento sul quale si basa l’intuizione del dott. Stili è che il “movimento è vita” e che l’instau­rarsi di uno stato patologico può dipendere dalla mancanza di movimento, anche del più imper­cettibile. Il fine del trattamento osteopatico è quindi di ristabilire la mobilità di ogni più piccola struttura così da eliminare qualsiasi adattamento messo in atto dall’uomo (come unità psicosomatica) al fine di ag­girare la lesione principale (limita­zione parziale o totale di movimento di una struttura) e mantenere la propria efficienza funzionale.

Campi di applicazione e limiti dell’osteopatia

Il trattamento osteopatico si avvale di un sistema di tacniche esclusivamente manuali (manipolazioni di articolazioni, organi, tessuti) che mirano a correggere delle variazioni strutturali del nostro corpo. Poiché l’osteopatia riequilibra le funzioni vitali e agisce con uno scopo curativo ma soprattutto preventivo, le indicazioni per un trat­tarnento osteopatico sono molto ampie e indicate per tutte le fasce di età. Qui di seguito un elenco di casi, tuttavia non esauriente, che possono esser oggetto di cure osteopatiche.

  •  Tendiniti, dolori articolari, pubalgie, cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, dolori costali o intercostali, dolori al coccige, e qualsiasi dolore a se­guito di un trauma importante (sportivo, incidente stradale, ecc.).
  • Sciatiche, cruralgie, nevralgie cervico-branchiali, nevralgie facciali, diverse neuropatologia, ecc.
  • Stress, stati ansiosi, depressivi, irritabilità, turbe del sonno, senso di oppressione, ecc.
  • Problemi circolatori agli arti inferiori e superiori, congestioni ve­nose, emorroidi, palpitazioni, alcune ipertensione arteriose.
  • Tachi­cardia, problemi post-operatori cardiocircolatori.
  • Acidità gastrica, ernia iatale, flatulenza, turbe digestive.
  • Turbe epato-vescicolare, diarrea, colite spastica, ecc.
  • Incontinenza, cisti, turbi della menopausa, dolori al basso- bacino, dolori durante i rapporti, ecc. Seguito di gravidanza, sindrome post-partum, cistite.
  • Rinite, sinusite cronica, patologie asmatiche, vertigini, cefalee, pro­blerni di deglutizione, ecc.
  • Vari problemi della nascita e della prima infanzia legati ad un parto difficile – come cesareo, disturbi del sonno, mancanza di concen­trazione, dislessia, stato collerico, aggressivo, problemi digestivi, problemi ORI—, canale lacrimale otturato, scoliosi, ecc.

Osteopatia: che cosa cura e come

L’osteopatia è parente stretta (ma più vecchia) della chiropratica, nasce negli Stati Uniti nel 1874. Pioniere e ispiratore di questa ‘filosofia‘ è il chirurgo Andrew Taylor Stili che fondò l’osteopatia su tre principi fondamentali: l’unità biologica, dinamica ed ecologica del corpo, il rapporto tra strutture e funzioni, il concetto di autoguarigione.

Unità del corpo: l’individuo è visto nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche, organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale. Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, il benessere.

Il massaggio ci fa belli: linfodrenaggio, pressoterapia shiatzu e co.

Continuiamo il nostro viaggio nel bellissimo mondo dei massaggi. Oggi scopriamo insieme quali sono i massaggi che ci aiutano a restare in forma e a liberarci di tensioni e malesseri.
Il linfodrenaggio: Elimina la cellulite. Attenua quel fastidioso fenomeno che è la ritenzione idrica. Accelera la cicatrizzazione di ferite e piaghe. Ritarda l’invecchiamento cellulare. II linfodrenaggio è un massaggio che non agisce sulle masse muscolari ma sulla circolazione linfatica favorendone lo scorrimento (la linfa è quel liquido incolore che nell’organismo ha il compito di filtrare le tossine ristagnanti nei tessuti), il rallentamento del flusso linfatico, dovuto spesso a un calo dei piccoli e grandi vasi che trasportano la linfa, crea una specie di allagamento in punti particolari del corpo come le caviglie, gli arti o la zona del bacino (cellulite) con conseguente gonfiore e sensazione di peso.

 Sintomi che si attenuano e scompaiono con questo massaggio, delicato e leggero, che si avvale di sfioramenti e di lievissime pressioni indirizzate verso le cosiddette stazioni della linfa: l’inguine, le ascelle, la base del collo. Si curano così gonfiori premestruali e degli arti inferiori, cellulite, depositi di grasso. È possibile, inoltre, accelerare la capacità di cicatrizzazione delle ferite perché con le tossine se ne vanno anche le sostanze che inducono l’infiammazione.

Preveniamo il mal di schiena: teniamo in forma la nostra colonna vertebrale

Secondo il professor Benedetto Toso, autore di La Neckschool e la Backschool (rispettivamente ‘scuola del collo’ e ‘scuola della schiena’), editi da Red Edizioni, sui fattori di rischio del mal di schiena,  è possibile agire con un’adeguata azione educativa e preventiva. Ma, prima di tutto, studiamo ‘identikit del nemico tanto temuto: il mal di schiena, appunto, altrimenti detto algia vertebrale o rachialgia.

 Un termine utilizzato per indicare un dolore localizzato alla colonna vertebrale, detta anche rachide. In base alla sua localizzazione il dolore viene definito in modo più preciso: lombalgia, quando interessa la regione lombare della colonna vertebrale; cervicalgia, quando è localizzato a livello della regione cervicale; dorsalgia, quando colpisce la regione dorsale.

 Per prima cosa occorre conoscere la propria colonna vertebrale e sapere qual è il meccanismo che produce il dolore. Solo a questa condizione sarà infatti possibile usare correttamente la colonna nelle posizioni e nei movimenti quotidiani. Di basilare importanza, poi, eseguire regolarmente esercizi utili per prevenire e combattere il dolore, per colmare le proprie eventuali carenze di mobilità, di elasticità o di forza e, naturalmente, per rilassarsi.

Il massaggio infantile: un massaggio piccolo, piccolo


Dal punto di vista evolutivo, nell’uomo la sensibilità cutanea rappresenta il primo canale dell’esperienza e della comunicazione. Il contatto cutaneo significa quindi emozione, comunicazione, rassicurazione. Ha effetti benefici sulla salute, mentre facilita la crescita e lo sviluppo psicomotorio del piccolo. Il neonato ha bisogno di rilassarsi perché la nascita rappresenta sempre un evento stressante. E se è vero che lo stress è di per sé funzionale ad affrontare esperienze sconosciute, se si prolunga nel tempo è fonte di tensione fisica, ansia e paura.

Quando non è favorito il contatto precoce, il piccolo può restare in questo stato alcuni giorni e ciò influisce negativamente sulla qualità dell’attaccamento: quel processo mediante il quale il bambino si autoregola emotivamente attraverso la ricerca della vicinanza fisica e della disponibilità psicologica della madre, che gli permette di gettare le basi di una relazione solida, in grado di offrirgli la sicurezza necessaria per affrontare la vita.

La carie nella Roma e nella Grecia Antica




In tutte le civiltà antiche furono proposti vari rimedi terapeutici, a volte sconfinanti nella superstizione, per combattere soprattutto il mal di denti, il più temuto sintomo conseguente alla carie che poteva poi portare alla pulpite di difficilissima risoluzione. Tuttavia, solamente nella Grecia e nella Roma antica vari autori si posero nei confronti di questa patologia con un certo metodo. Ippocrate (460-370 a.C.) fu il primo autore nella Grecia antica a trattare le problematiche odontostomatologiche con un certo rigore.
Nel Corpus Hippocraticum troviamo diversi libri sulle varie tipologie dei denti e del cavo orale; la carie viene nominata più volte, ed è considerata come l’espressione di un’alterazione dei quattro umori. La terapia proposta era, nei casi più gravi e quando l’odontalgia era molto violenta, l’avulsione dell’elemento cariato; altrimenti si doveva procedere a sciacqui tenendo in bocca l’oppio, il pepe ed alcune erbe medicamentose essiccate.

Infarto e aneurisma. Dopo la scoperta di un gene comune vediamo come è possibile prevenirne l’insorgenza

E’ stata diffusa recentemente la notizia della scoperta di un gene comune alle malattie cardiovascolari quali infarto e aneurismi intracranici e addominali pubblicata dalla rivista Nature Genetics.
A capo del gruppo di lavoro internazionale che ha condotto le ricerche, del quale fanno parte anche alcuni studiosi italiani, l’islandese Kari Stefansson. Tale scoperta segna un progresso decisivo nella costruzione di una banca dati che permetterà di rendere sempre più efficaci le azioni di prevenzione e cura delle patologie cardiovascolari.

In attesa che la scienza compia ulteriori progressi nello studio delle basi genetiche di questo tipo di patologie vediamo come è possibile tutelarsi dal rischio di svilupparle adottando alcune semplici abitudini di vita e alimentari, efficaci anche nel caso di predisposizione genetica (la quale, infatti, non implica la certezza che l’individuo geneticamente predisposto svilupperà la malattia)

Alla base di malattie cardiovascolari come aneurisma e infarto troviamo infatti l’aterosclerosi, un’infiammazione cronica delle arterie che spesso si sviluppa a causa dell’esposizione a numerosi fattori di rischio. Oltre a ipertensione, diabete, malattie genetiche molto rare, età, sesso maschile e predisposizione familiare è ampiamente accertato che rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo dell’aterosclerosi scorrette abitudini alimentari che possono portare all’eccesso di colesterolo e/o trigliceridi nel sangue (iperlipidemia), il fumo di sigaretta, la vita sedentaria, l’obesità, lo stress, il consumo eccessivo di alcool.