E’ cambiato il profilo della persona tipicamente a rischio di contrarre il
virus dell’
AIDS (
Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). Mentre in passato infatti ad essere più a rischio erano omosessuali e tossicodipendenti, da qualche anno a questa parte il pericolo di contagio riguarda sempre più da vicino
uomini quarantenni ed eterosessuali. Ad affermarlo
Stefano Vella, direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto superiore di Sanità, nel suo intervento alla presentazione del
‘Raltegravir’, il nuovo farmaco tutto italiano contro l’Aids, messo a punto dai ricercatori dell’
Istituto Ricerche di Biologia molecolare (Irbm) “Pietro Angeletti” di Pomezia (Roma).
Molti degli eterosessuali a rischio di contrarre l’HIV, spiega Vella, non sanno neppure di esserlo. Non solo non usano il preservativo, ma non avendo alcun dubbio sul proprio stato di salute non si sottopongono ad alcuna analisi di controllo giungendo così alla
diagnosi di sieropositività in fase molto tardiva, quando la malattia è già manifesta. Allo stesso tempo è aumentata anche l’età media delle persone affette da AIDS che si attesta ormai oltre i quaranta anni. Sono sempre più frequenti infatti i casi di contagio fra gli ultra sessantenni che grazie al ritrovato vigore, merito della tanto decantata
pillola blu, riscoprono la sessualità. Molti di loro tuttavia non hanno molta dimestichezza con la necessità di proteggersi durante i rapporti sessuali, soprattutto se questi avvengono con
partner occasionali, e cadono così nella trappola della malattia.