La dieta mediterranea. I benefici di un’antica tradizione

Piuttosto che una dieta comunemente intesa, la cosiddetta dieta mediterranea è un regime alimentare che si caratterizza come vero e proprio stile di vita. Con questo nome si fa riferimento ai regimi alimentari caratteristici, pur con accentuate diversità locali, dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo (in particolare Italia, Spagna, Grecia e Francia meridionale).

Fu il nutrizionista americano Ancel Keys a intuire per primo che la bassa incidenza di mortalità per patologie cardiovascolari nell’area mediterranea fosse da attribuirsi alle caratteristiche dell’alimentazione di questi popoli, diede quindi vita a uno studio epidemiologico, il Seven Countries Study che dimostrò, mettendo a confronto i regimi alimentari di sette differenti paesi (Finlandia, Giappone, Italia, Grecia, Stati Uniti, Olanda e Jugoslavia), che dimostrò come nei paesi affacciati sull’area mediterranea è più basso il tasso di mortalità per cardiopatie grazie all’alimentazione che prevede il consumo di pochi grassi animali privilegiando quelli vegetali, basti pensare infatti che, al contrario di quanto accade in altri paesei europei dove vengono impiegati in abbondanza grassi di origine animale come il burro e lo strutto, i condimenti e i soffritti alla base dei cibi nel nostro paese sono a base di olio di oliva che ha un elevato contenuto di grassi monoinsaturi, che proteggono dalle malattie cardiache, e antiossidanti come la vitamina E.

La dieta cronobiologica. Quanto occorre impegnarsi per dimagrire?

La cronodieta elaborata nel 1992 dal medico italiano M.Todisco è basata sui principi della cronobiologia , cioè la scienza che studia i ritmi biologici. Secondo questo approccio per conseguire un dimagrimento stabile e/o per mantenersi in forma non è importante fare attenzione solo alla quantità di calorie assunte, ma anche al momento della giornata in cui questo accade. Più precisamente in questo regime dietetico i cibi vanno assunti in funzione dei diversi momenti della giornata secondo i principi nutritivi in essi contenuti. I carboidrati, ad esempio vanno consumati nella prima parte della giornata a colazione o durante il pranzo, mentre le proteine vanno consumate la sera.

La cronodieta prevede il consumo di quasi tutti i tipi di cibo nella quantità desiderata e non è quindi necessario pesare gli alimenti che vanno assunti quotidianamente nell’arco di 4-5 pasti (colazione, spuntino di metà mattinata, pranzo, merenda e cena). Fra questi il più abbondante sarà il pranzo, che insieme alla colazione rappresenta il momento della giornata più opportuno per consumare cibi molto ricchi di carboidrati come riso, cereali, patate, dolci, pane, pasta e frutta. Nell’intervallo di tempo che intercorre fra il risveglio e il primo pomeriggio infatti l’organismo è più attivo e ha dunque l’opportunità di consumare le calorie assunte, ne consegue che la cena sarà il pasto più leggero durante il quale andranno assunti cibi ad alto contenuto proteico come pesce, uova e carne, pollame, latte, formaggio, yogurt. La cena, inoltre, non va assolutamente consumata subito prima di mettersi a dormire.

Allattare al seno. Tutti i benefici del latte materno

Allattare al seno è il gesto più sano e naturale che una mamma possa compiere per il proprio bambino. Oltre ad essere l’alimento più indicato dal punto di vista nutritivo poichè garantisce il giusto apporto di proteine, grassi, zuccheri, sali minerali e vitamine, il latte materno garantisce al bambino un’eccezionale arma contro germi e virus perchè la mamma ad ogni poppata passa al bambino i propri anticorpi e altri fattori protettivi come lattoferrina e lisozima .

Il latte materno è inoltre un alimento estremamente sicuro poichè non scatena intolleranze alimentari e, modificando la propria formula nel corso della giornata è in grado di soddisfare di volta in volta le diverse esigenze del piccolo, al mattino ad esempio, quando il bimbo ha più bisogno di energie, è più ricco di grassi e proteine. Grazie alle caseomorfine, sostanze dall’effetto sedativo e antidolorifico, i bambini allattatti al seno, hanno un sonno più regolare e tranquillo.

Prevenzione dei Tumori e abitudini alimentari. Qualche suggerimento

Numerosi studi hanno dimostrato che una buona parte dei tumori più diffusi si sviluppa a causa di abitudini alimentari errate, tre forme tumorali su dieci infatti sembrerebbero avere origine da una cattiva alimentazione. Secondo l’American Institute for Cancer Research il fenomeno è dovuto sia all’eccessivo consumo di alcuni alimenti sia alla scarsa qualità di essi. L’importanza dell’alimentazione nell’insorgenza del tumore è provata dal fatto che l’incidenza di questo tipo di patologie è in aumento nei paesi industrializzati, in cui vengono privilegiati regimi dietetici ipercalorici caratterizzati dal consumo di cibi troppo ricchi di zuccheri e grassi, mentre non si può dire lo stesso dei paesi in via di sviluppo o di quelli in cui si consumano in grande quantità i prodotti della terra.

Diversi studi epidemiologici hanno permesso di individuare l’associazione tra alcune carenze e/o squilibri alimentari e determinate forme tumorali: il cancro allo stomaco appare legato a una carenza di proteine e vitamine, mentre il cancro alla mammella e quello alla prostrata al consumo eccessivo di grassi animali e polinsaturi, l’ eccesso di alcol e lo scarso consumo di vegetali freschi sembrano favorire l’insorgenza di tumori alla bocca, all’ esofago, e alla laringe, mentre è noto da tempo come il tumore del fegato sia legato all’ eccessivo consumo di alcol. Ne consegue che la gran parte dei tumori potrebbe essere evitata se si seguisse in maniera scrupolosa una dieta equilibrata.

OGM. Cosa sono e quanto sono diffusi nel nostro paese gli organismi geneticamente modificati

Gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono piante o animali il cui codice genetico è stato modificato in laboratorio per fare in modo che acquisiscano delle caratteristiche specifiche che non posseggono in natura. Le manipolazioni genetiche che danno luogo a OGM sono utilizzate in campo biomedico, agricolo, alimentare e zootecnico. Qui daremo spazio alle applicazioni in agricoltura perchè sono quelle che maggiormente incuriosiscono e in qualche modo preoccupano i consumatori da qualche anno a questa parte.

La manipolazione genetica consiste, in questo caso nell’introdurre negli organismi vegetali parti di dna provenienti da organismi del tutto differenti (anche animali) per sfruttarne le caratteristiche. Sono state modificate numerose varietà vegetali per renderle più resistenti ad avverse condizioni climatiche, a parassiti, pesticidi, ma anche migliorarne le proprietà nutrizionali o la conservazione. Ad esempio è stato iniettato materiale genetico proveniente da un pesce artico per ottenere delle fragole resistenti al freddo.

Furono Stanley Cohen della Standford University ed Herbert Boyer della University of California a dimostrare per la prima volta, nel 1973, che era possibile trasferire materiale genetico da un organismo all’altro clonando un gene di rana all’interno del batterio Escherichia coli.
Da allora le sperimentazioni nel campo della manipolazione genetica, grazie anche ai progressi della biologia molecolare, sono cresciute vertiginosamente.